Dal programma del PD
Verso una scuola a misura di studenti
Con un investimento di 4 miliardi abbiamo provato a costruire le basi per la scuola del futuro, partendo dal rafforzamento dell’autonomia scolastica, istituendo l’organico di potenziamento, investendo sui docenti attraverso assunzioni, formazione, aggiornamento, valorizzazione.
È stata aumentata la dotazione economica delle scuole con stanziamenti aggiuntivi al fondo per il loro funzionamento. Abbiamo cominciato a cancellare il fenomeno storico del precariato determinato da anni di cattiva gestione, soprattutto del centrodestra. Abbiamo assunto in tre anni 132 mila docenti e ogni scuola ne ha avuti in media 7 in più per l’arricchimento dell’offerta formativa. Gli insegnanti hanno potuto beneficiare di risorse per la loro formazione in servizio, di una card di 500 euro annui per spese culturali e di aggiornamento e del bonus per il merito poiché crediamo in una scuola che premi i docenti migliori secondo criteri trasparenti e condivisi dalla comunità scolastica. Abbiamo previsto un nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento per la scuola secondaria: mai più lunghi anni di precariato a cui seguivano costose abilitazioni e concorso, ma subito un concorso per accertare le competenze disciplinari e poi, solo per i vincitori, un percorso triennale retribuito di formazione, tirocinio e nserimento progressivo nella professione fino all’assunzione a tempo indeterminato.
Con un investimento di 140 milioni abbiamo reso l’alternanza scuola-lavoro curricolare per tutte le scuole secondarie superiori, ritenendola strategica per l’acquisizione di competenze trasversali e per la costruzione di un nuovo modello di didattica. Inoltre, abbiamo stanziato 45 milioni per realizzare 58 laboratori territoriali per l’occupabilità, spazi altamente tecnologici che devono aiutare i ragazzi a sviluppare competenze e avvicinarsi concretamente all’innovazione attraverso specifici percorsi.
Abbiamo un patrimonio di 42 mila edifici scolastici frequentati da quasi 8 milioni di studenti, spesso vecchi e costruiti con criteri, materiali e tecnologie obsoleti, che richiedeva da anni un lavoro di messa in sicurezza e ammodernamento. Per realizzare quella che noi consideriamo una priorità è stato fatto un investimento storico, se paragonato a quanto fatto negli ultimi 20 anni. Dal 2014 ad oggi sono stati stanziati 9,5 miliardi con cui abbiamo realizzato la ristrutturazione, l’antisismica e la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la costruzione di strutture innovative. In questi anni sono stati aperti 7.235 cantieri e realizzate 303 nuove scuole. Con 1,2 miliardi sono state finanziate le azioni del Piano nazionale scuola digitale, per lo sviluppo delle competenzedigitali degli studenti, il potenziamento degli strumenti didattici e laboratoriali, la formazione dei docenti. Per consolidare ed ampliare la rete dei servizi educativi per l’infanzia (anche riducendo la partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento, in particolare nei territori in cui sono carenti) e per riqualificare gli edifici scolastici esistenti e avviarne la costruzione di nuovi, abbiamo realizzato un piano di
azione nazionale per la promozione del sistema integrato di istruzione e formazione da 0 a 6 anni. Per realizzare tale piano abbiamo stanziato tra il 2017 e il 2019 quasi 700 milioni che andranno direttamente ai Comuni per potenziare nidi e scuole dell’infanzia.
Dopo molti anni, abbiamo stabilito un adeguamento per la retribuzione dei dirigenti scolastici al fine della progressiva armonizzazione dei loro stipendi a quelli delle altre figure dirigenziali dell’area Istruzione e ricerca. Con i decreti attuativi della Buona Scuola, il nostro sistema educativo si è avvicinato agli standard europei. Non solo con il sistema integrato da zero a sei anni e al nuovo modello di formazione e reclutamento degli insegnanti, ma anche grazie agli interventi per sostenere il diritto allo studio alla revisione dei percorsi dell’istruzione professionale fino all’inclusione degli alunni disabili: un filo rosso che innova mettendo al centro gli studenti.
Il sapere è fondamentale per costruire una società aperta e inclusiva, è elemento per il cambiamento e per garantire uno sviluppo sostenibile. L’educazione e l’istruzione sono le leve più importanti per superare le diseguaglianze sociali ed economiche. Qualsiasi progetto che riguardi la scuola deve continuare a mettere al centro gli studenti e la loro partecipazione consapevole alla vita della scuola.
Per questo, vogliamo:
- ripensare l’organizzazione della scuola dando spazi e tempi adeguati alla continuità e alla flessibilità dei processi di apprendimento;
- promuovere l’innovazione didattica e metodologica, sviluppando competenze che consentano agli studenti di essere aperti all’apprendimento permanente;
- sostenere l’apprendimento trasversale e digitale;
- promuovere l’orientamento per sostenere gli studenti nei momenti di scelta e transizione, a partire dal primo giorno di inserimento nell’ambito scolastico;
- ridefinire gli obiettivi e le modalità di attuazione concreta dell’alternanza-scuola lavoro;
- potenziare l’offerta di tempo pieno nelle scuole elementari, portando in particolare i livelli del Mezzogiorno a quelli medi del Centro-Nord.
Liberiamo la scuola dalla burocrazia e valorizziamo le sue professionalità
Le scuole si devono allargare alla dimensione territoriale e si devono aprire alla costruzione di alleanze formative e organizzative. Le professionalità del mondo della scuola devono essere ulteriormente valorizzate. In particolare, riteniamo necessario:
- combattere la burocrazia, liberando la scuola e i dirigenti scolastici da compiti e funzioni non strettamente connessi al “fare scuola”, in modo che possano concentrarsi sulla progettazione, organizzazione e gestione delle attività didattiche e formative;
- far crescere nelle scuole la cultura e la pratica della valutazione e dell’autovalutazione;
- procedere alla revisione, snellimento, coordinamento e semplificazione delle normative relative alla scuola, per renderle comprensibili e facilmente utilizzabili da tutti;
- garantire ai docenti opportunità di crescita professionale;
- promuovere formazione iniziale, formazione in servizio e aggiornamento professionale;
- riconoscere la funzione specifica svolta dal personale Ata non solo nell’ambito del lavoro amministrativo, ma anche in quello di supporto alla didattica e relazione con gli studenti;
- definire il costo standard di sostenibilità anche per promuovere il pluralismo educativo e una migliore offerta formativa per il diritto allo studio
Combattere la povertà educativa
Dispersione scolastica, bassi livelli di rendimento, disagi adolescenziali sono tutti sintomi di una malattia che possiamo indicare come povertà educativa e che colpisce le aree marginali del Paese. I governi a guida PD sono stati i primi a raccogliere l’invito lanciato da tempo dalle associazioni, dal mondo della scuola, dal mondo della ricerca educativa per fare qualcosa. Per la prima volta è stato istituito, in collaborazione con le fondazioni bancarie, un fondo per il contrasto alla povertà educativa per finanziare interventi innovativi e monitorati a contrasto. Questa azione va resa strutturale e inserita in una strategia più ampia. Dando di più a chi ha di meno, per dare a tutti le stesse opportunità. Per questo intendiamo istituire delle “aree di priorità educativa” nelle aree marginali con i più alti tassi di abbandono e di povertà, dove invieremo un esercito di maestre e di maestri: più docenti e comunità educante, appositamente formati e valorizzati in modo che gli studenti siano seguiti meglio e con piani educativi personalizzati.