Presentazione nuvole 43
a cura della redazione di Nuvole
Questo numero di Nuvole esce con qualche ritardo. Abbiamo avuto difficoltà organizzative piuttosto consistenti e ci siamo concessi una pausa. Adesso ricominciamo con un numero ove per prima cosa si riflette sulle ultime elezioni. Il cui significato prevalente è la stanchezza degli elettori di centrosinistra. Una quota crescente di essi non ne può sinceramente più di un’offerta politica così scadente: sul piano programmatico e in fatto di qualità del personale politico, ma anche così sprezzante rispetto alle loro attese, richieste, bisogni. Purtroppo i commenti postelettorali del centrosinistra non sono per nulla incoraggianti. La lezione non è servita a nulla. Hanno ragione lorsignori e la colpa è di chi si astiene o di chi cerca di mandare una richiesta disperata di moralità politica con l’intermediazione di Beppe Grillo.
Gli articoli successivi sono dedicati all’azione e ai progetti di governo della destra. Mentre mette in scena il previsto squallido spettacolo di scandali, arroganza del potere, tentativi di violentare la Costituzione, la destra di governo governa. L’opposizione di centrosinistra l’accusa di non fare abbastanza. Di non governare il paese, di non ridurre la pressione fiscale, di non contrastare la grande crisi economica che affligge tutte le società occidentali e che non risparmia affatto l’Italia, a dispetto dei rassicuranti messaggi di chi governa. In realtà il paese è governato: è governato tantissimo e secondo un lucido disegno: lo smantellamento della democrazia, un pezzo dopo l’altro. La destra fa i suoi interessi, di ceto politico – anzi politico-imprenditoriale – e fa quelli di chi la sostiene. La sua stessa inerzia di fronte alla crisi economica rientra in un disegno di indebolimento ulteriore dei ceti popolari e del mondo del lavoro dipendente. Alla destra una società miserabile – senza imprese industriali, né grandi, né piccole, ma con tanta speculazione finanziaria, tante imprese edili che prosperino sull’abusivismo edilizio e sulle ristrutturazioni incontrollate, tanti bar, caffè, B&B, lavori saltuari – sta benissimo. Anzi, è quello il suo progetto. Che prevede appunto di concludere lucrosissimi affari sulla miseria del paese.
La destra, diciamolo con chiarezza, un morso dopo l’altro si sta mangiando vivi gli italiani, il territorio, le città, il sistema industriale, perfino gli animali selvatici, ai quali è toccata un’estensione della stagione venatoria. Ne pagheranno il conto anche gli elettori di centrodestra. I ceti popolari che votano a destra lo stanno già pagando, ma basta a distogliere la loro attenzione l’accanimento mostrato dal governo contro gli immigrati: è una vicenda già vista quella delle vittime che applaudono i loro carnefici. O dei deboli che se la prendono con chi è più debole di loro. Pagheranno il conto prima o poi anche artigiani e commercianti, piccoli professionisti. Forse per qualche anno andranno avanti, per qualche altro consumeranno i propri risparmi e poi saranno guai.
Il centrosinistra dovrebbe essere molto più preoccupato di quanto non mostra di essere. Ci ha tormentato per anni con il debito pubblico che lasceremo ai nostri figli, è verosimile che il debito pubblico rimanga e anzi cresca, ma che soprattutto alle nuove generazioni tocchi in eredità un paese devastato, povero, ignorante, disabituato a ogni regola, ma anche gretto e sprovvisto di civismo e di principi morali, magari anche fatto a brandelli. Nel paese c’è una larghissima domanda di rappresentanza inevasa: da parte dei giovani e degli anziani, dei lavoratori, del Mezzogiorno. La più brillante trovata del Pd è quella d’immaginare un partito federale che possa contendere alla Lega il suo elettorato. Come se fosse facile.
Per allertare i nostri lettori su questi temi abbiamo dedicato quattro articoli all’operato della destra al governo: due al progetto federalista, uno alla sua idea di welfare, un altro ancora su quella nuova tecnica di governo di emergenza, inventata dalla sinistra, ma amplificata a dismisura dalla destra, che va sotto il nome di protezione civile: di fatto, la variante aggiornata dello stato d’assedio. Senza finalità consolatorie, ma giusto per alimentare una linea di ragionamento sempre più esangue, abbiamo aggiunto un contributo sulla persistente importanza dell’intervento pubblico, che solleva anch’esso il tema del federalismo. Il numero si chiude con un intervento sulla controversa questione della Tav, alla cui malaccorta gestione il centrosinistra piemontese deve non poco la sua sconfitta, e con un invito alla lettura di due libri assai importanti usciti or non è molto in America e da cui ci sarebbe da imparare qualcosa.
Le reazioni dei lettori sono sempre benvenute.