DARE I NUMERI La speranza di vita nella Russia post-sovietica
di Marina d’Agati
I dati relativi alle aspettative di vita alla nascita, vale a dire la durata media della vita, possono fornirci alcune interessanti informazioni sullo sviluppo della Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica.
All’inizio degli anni Ottanta lo scarto nella speranza di vita tra la Russia e i paesi occidentali era in media di quasi 10 anni per gli uomini e di 6 anni per le donne. Tale gap era dovuto principalmente a elevati tassi di mortalità per abuso di sostanze alcoliche. Alla fine degli anni Ottanta la campagna anti-alcolismo lanciata da Gorbachev in parte lo ridusse: tra il 1984 e il 1987 le aspettative di vita media alla nascita passarono da 61.7 a 64.9 anni per gli uomini, e da 73 ai 74.4 anni per le donne. Tale miglioramento durò, tuttavia, poco. A partire dagli anni Novanta, a seguito del collasso dell’Unione Sovietica, le aspettative di vita della popolazione russa calarono precipitosamente. Nell’ultimo decennio del secolo scorso la Russia sperimentò uno shock demografico senza precedenti in periodi di pace: un mix di drammatiche cadute nel tasso di natalità e di incremento in quello di mortalità produsse, soprattutto a partire dal 1992, una crescita negativa della popolazione russa. Quest’ultima, stimata in 144.8 milioni di abitanti nel 2000, è andata progressivamente diminuendo (di circa 3,5 milioni di abitanti) nel periodo compreso tra il 1992 e il 2000. C’è da dire che il declino sarebbe stato, forse, di proporzioni ben più ampie se nel frattempo non si fossero risistemati nella Federazione Russa gruppi di etnia russa di ritorno provenienti da altre repubbliche sovietiche.
In ogni caso, nel 1992, e per la prima volta, il tasso di mortalità nella Federazione Russa superava quello di natalità. Nel corso degli anni Novanta la mortalità crebbe per tutte le fasce d’età (ad eccezione di bambini e neonati) e per entrambi i sessi; l’incremento di gran lunga maggiore si registrò però tra gli uomini e, in particolare, tra i soggetti di età compresa tra i 40 e i 49 anni, riportando una crescita dell’87% nel periodo compreso tra il 1990 e il 1994. Un’aspettativa di vita tra le più basse in Europa, quasi di 13 anni inferiore alla media dell’Unione europea. Su questo punto occorre rilevare che la speranza media di vita maschile passò da 63.8 anni nel 1990 a 57.6 anni nel 1994. Nel 1998 si registrò poi una crescita che portò l’aspettativa di vita media alla nascita a 61.39 anni, calata poi nuovamente ad appena 59.15 anni nel 2000 e 58,5 nel 2001 (si vedano anche le figure 2 e 3). Nelle condizioni attuali, solo il 54% della popolazione che oggi supera i 16 anni d’età ha una speranza di vita oltre i 60 anni.
L’aspettativa di vita femminile, invece, tende a essere più stabile, passando da 74.4 anni nel 1990 a 71.2 nel 1994, una perdita di circa due anni. Ha raggiunto il picco di 72.96 anni nel 1997 e successivamente fluttuato verso livelli più bassi, raggiungendo 72.4 anni nel 2000 e 72.1 anni nel 2001.
Fig. 1 – Aspettative di vita per le donne nella Federazione russa: un confronto (1980-2000)
Fonte: WHO Regional Office for Europe (2006), Highlights on health in the Russian Federation 2005, Copenhagen, Denmark, p. 7.
Un notevole problema riguarda riguarda la forbice tra i sessi: nel 1994, una consistente riduzione delle aspettative di vita media maschile fece salire il divario tra uomini e donne a 13.6 anni, il più ampio in Europa. Tale gap si è in parte ridotto nel 2000, passando a 13.2 anni. Va però osservato che l’aspettativa di vita in buona salute è sorprendentemente simile sia per gli uomini e le donne, sebbene le donne russe vivano molto più a lungo. Queste ultime presentano infatti livelli molto elevati di cattive condizioni di salute.
Gli indicatori fin qui presentati non consentono tuttavia di cogliere le enormi differenze interregionali dovute alla vastità e alla eterogenità socio-economica, etnica, culturale e geografica della Federazione russa. Suddividendo il territorio in macroaree, si può osservare che l’aspettativa di vita (maschile più femminile) va da un massimo di 72.5 anni della Repubblica di Inguscezia, nel Caucaso settentrionale a un minimo di 56.4 anni nella Repubblica di Tuva, nella Siberia orientale. In generale, l’aspettativa di vita più elevata si ha nel nord-ovest, Chernozem centrale, Volga e regioni del Caucaso del Nord, mentre il più basso si registra nella Siberia occidentale e orientale. Più in dettaglio la figura 2 mostra i modelli di aspettativa di vita maschile e femminile della Federazione russa nel suo complesso, nel Tuva e nel Daghestan. Il differenziale di aspettativa di vita, ottenuto sottraendo al valore più elevato (femmine nel Daghestan) quello più basso (maschi in Tuva), è pari a 20-27 anni. La differenza era più bassa tra il 1989 e il 1990, e ha raggiunto il suo massimo nel 1994, quando l’aspettativa di vita maschile nella macroarea Tuva andò sotto i 50 anni di media. L’aspettativa di vita molto basso in Tuva è attribuibile al suo bassissimo livello di sviluppo economico. A livello di macro-regioni, le tendenze della speranza di vita nel corso del tempo sono state piuttosto simili, come mostra la fig. 3. Tutte le regioni mostrano un netto calo dopo il 1990, un valore più basso nel 1994, e un aumento negli anni successivi. Tuttavia, in tempi di aspettativa media di vita in declino, come nel periodo compreso tra il 1990 e il 1994, la forbice si è allargata. Ancora nella fig. 3, si nota come il divario tra il Daghestan e le Regioni Tuva sia cresciuto, sempre nel periodo 1992-1994, sia per i maschi e femmine.
Fig. 2 – Trend nelle aspettative di vita: Federazione russa, Dagestan e Tuva (1989-1999)
Fonte: Tragakes, E. e S. Lessof (2003), Health Care Systems in Transition: Russian Federation, Copenhagen, European Observatory on Health Systems and Policies, 5(3), p. 17.
Fig. 3 – Aspettative di vita alla nascita: maschi, macroaree della Federazione russa (1986-1997).
Fonte: Tragakes, E. e S. Lessof (2003), Health Care Systems in Transition: Russian Federation, Copenhagen, European Observatory on Health Systems and Policies, 5(3), p. 18.
Come fa osservare l’OCSE (cfr. Economic Survey of the Russian Federation 2006), i dati allarmanti sull’aspettativa di vita nella Federazione Russa sono legati in parte alla crisi sanitaria; ma oltre ai problemi relativi all’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, i tassi molto elevati di mortalità sono in gran parte un riflesso del degrado ambientale, di disagiate condizioni e stili di vita, livelli elevati di decessi per incidenti stradali, e, sempre più, la diffusione di HIV-AIDS. Eppure, nonostante queste tendenze preoccupanti, la sanità pubblica non è stata in cima alle priorità dei governi. Per anni, appena il 3% Prodotto Interno Lordo è stato speso per l’assistenza sanitaria. Si tenga conto che i Paesi OCSE spendono mediamente per la sanità circa il 9% del PIL.
Fig. 4 – Spesa pubblica sanitaria in termini reali nella Federazione Russa 1991-2006 (1991=100)
Marina D’Agati insegna Sociologia all’Università di Torino.